La Legge italiana di ratifica della Convenzione ONU

Con la Legge 3 marzo 2009, n. 18 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità), il Parlamento ha autorizzato la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. La legge di ratifica ha contestualmente istituito l‘Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che ha, tra gli altri, il compito di promuovere l'attuazione della Convenzione stessa e di elaborare periodicamente il rapporto dettagliato sulle misure adottate, in raccordo con il Comitato Interministeriale dei Diritti Umani (CIDU).

La più importante Legge sulla disabilità

La Legge 5 febbraio 1992, n. 104, Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate (terminologia adottata negli anni Novanta) rappresenta un traguardo legislativo fondamentale, che pone al centro la persona e le sue difficoltà. Per la prima volta, una norma prende in considerazione la persona con disabilità lungo tutto l'arco dell'esistenza e le molteplici esperienze esistenziali che la riguardano: nascita, famiglia, istruzione, lavoro, tempo libero.

In particolare, definisce come persona handicappata chi presenta una “minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione” (art. 3).

Sancisce il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata, con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo delle potenzialità nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione, attraverso l’integrazione nel sistema scolastico e nelle istituzioni universitarie, prevedendo progetti educativi e procedure di valutazione individualizzati (artt. 12 e 16). Dispone che l’integrazione scolastica e universitaria si realizzi anche attraverso la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio, gestite da enti pubblici o privati. A questo scopo, contempla la dotazione alle scuole e alle università di attrezzature tecniche e di sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico, ferma restando la dotazione individuale di ausili e presìdi funzionali all'effettivo esercizio del diritto allo studio, anche mediante convenzioni con centri specializzati, aventi funzione di consulenza pedagogica, di produzione e adattamento di specifico materiale didattico (art. 13).

La Legge sui disabili nelle università

Alcuni aspetti della Legge n.104/92 vengono modificati e integrati con la successiva Legge del 28 gennaio 1999 n. 17 (Integrazione e modifica della legge quadro 5 febbraio 1992, n. 104, per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), che si concentra sulla loro integrazione nel contesto accademico. Il dispositivo prevede, in particolare, alcune misure di supporto: sussidi tecnici e didattici specifici; appositi servizi di tutorato specializzato, istituiti nei limiti di bilancio e risorse; trattamento individualizzato, consentito per il superamento degli esami universitari, previa intesa con il Docente della materia e con l'ausilio del servizio di tutorato. È consentito altresì sia l'impiego di specifici mezzi tecnici - in relazione alla tipologia di disabilità - sia la possibilità di svolgere prove equipollenti su proposta del servizio di tutorato specializzato. La norma sancisce l'istituzione del ruolo del Docente Delegato dal Rettore con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative concernenti l'integrazione degli studenti con disabilità nell'ambito di ciascun Ateneo.

La principale Legge sui disturbi specifici di apprendimento a scuola e all’università

Il legislatore ha previsto una normativa specifica, la Legge 8 ottobre 2010, n. 170 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico), volta a tutelare il diritto allo studio degli Studenti o delle Studentesse con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, ovvero con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), mediante molteplici prerogative, in subordine alla presenza di una diagnosi medica valida.

In generale sono previsti: percorsi personalizzati in ambito scolastico e universitario e l'offerta di presidi compensativi e di misure dispensative di flessibilità didattica, nonché tecnologie informatiche.

In accordo con le finalità legislative, l’Università è chiamata a svolgere un ruolo importante dovendo:

promuovere metodologie didattiche individualizzate, in sinergia con il profilo di abilità e le risorse individuali dello Studente o della Studentessa
garantire adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all'Università nonché gli esami universitari.

Le “Linee Guida” applicative per gli studenti con DSA

Le Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento (allegate al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011, n. 5669) indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste alle Istituzioni scolastiche e agli Atenei, per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. Nello specifico, presentano alcune indicazioni operative, per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative.

L'ambito universitario è trattato al punto 6.7 del documento, dove si prevede che la diagnosi di DSA permette al/alla candidato/a di usufruire di alcune garanzie già nella fase dei test di ammissione; in particolare:

la concessione di tempi aggiuntivi, rispetto a quelli stabiliti per la generalità degli Studenti/Studentesse, ritenuti congrui dall’Ateneo, in relazione alla tipologia di prova e comunque non superiori al 30% in più
in caso di particolare gravità certificata, la concessione (decisa in autonomia dai singoli Atenei) di ulteriori misure per garantire pari opportunità.

La condizione di Studente o di Studentessa con DSA, durante il percorso accademico, permette di usufruire, oltre al tempo aggiuntivo, di ulteriori specifici provvedimenti di flessibilità didattica: misure dispensative (verifiche orali piuttosto che scritte; eventuale riduzione quantitativa del carico didattico; considerare nella valutazione i contenuti piuttosto che la forma e l’ortografia) e strumenti compensativi (registrazione delle lezioni, utilizzo di testi in formato digitale, programmi di sintesi vocale, altri strumenti tecnologici di facilitazione).

Peraltro, è previsto che gli Atenei attivino servizi specifici per i DSA, al fine di garantire l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate.

La Legge sull’accessibilità informatica

La Legge del 9 gennaio 2004, n. 4: Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici (successivamente aggiornata) fornisce importanti disposizioni per favorire la fruizione dei servizi tecnologico-informatici alla generalità delle persone, senza esclusione per particolari categorie.

Importante è la definizione di "Accessibilità", come “capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive (strumenti e soluzioni tecniche, hardware e software, di compensazione dello svantaggio) o configurazioni particolari (art. 2).

L’Agenda Digitale Europea e l’Agenzia per l'Italia Digitale

L'Agenda Digitale è una delle sette iniziative principali individuate nella più ampia Strategia EU 2020, che punta alla crescita inclusiva, intelligente e sostenibile nei Paesi dell'Unione. È stata presentata dalla Commissione Europea nel maggio 2010, ed è stata sottoscritta da tutti gli Stati membri, che si sono impegnati per recepirla e applicarla. Lo scopo dell'Agenda Digitale è sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per favorire l'innovazione, la crescita economica e la competitività.

L'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell'Agenda digitale italiana (in coerenza con l'Agenda digitale europea) e di contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione e lo sviluppo economico; nel 2017 ha redatto una Guida pratica[i] per la creazione di documenti accessibili pubblicabili online sui siti web pubblici (ne sono stati editati successivi aggiornamenti per le PA).