Classe terza sez. A

LICEO SCIENTIFICO GIOVANNI PAOLO I - AGNONE (IS)

Presentatore Luigi Cerimele

Qual è la cosa più bella? L’armonia, rispondeva un pitagorico.

L’armonia, “l’utilità del molteplice e la concordia del discordante. Come dappertutto c’è l’opposizione degli elementi, dappertutto c’è l’armonia. Poiché tutto è numero, tutto è armonia…

Perché ogni numero è un’armonia dell’impari e del pari. La natura dell’armonia è poi rivelata dalla musica: i rapporti musicali esprimono nel modo più evidente la natura dell’armonia universale.

MODERATORE Nicola del Papa

Sapete cos’è Pi greco? Il Pi greco è una costante utilizzata in matematica e fisica, così direbbero i grandi matematici presenti in questa sala. Ma non è solo così, infatti il Pi greco è profondamente radicato nello spirito umano: interviene spesso non solo nelle varie scienze, ma anche nella natura che ci circonda.

Ma la sua storia in realtà inizia diversamente: la più antica testimonianza di Pi greco è degli egizi, ma in realtà non c’è alcuna prova diretta che gli egizi abbiano tentato realmente di calcolarlo. Furono interessati al rapporto tra il cerchio e il quadrato con scopo di agrimensura e costruzione di edifici. E allo stesso modo anche i Babilonesi. E per tutto il tempo, queste due grandi civiltà del passato, hanno ritenuto che questa comprensione elementare del Pi greco fosse sufficiente. Ma come tutti sappiamo i primi reali pensatori sono i greci, infatti il primo a scoprire cos’è realmente Pi greco fu Anassagora di Clazomene, ma non basta! Per trovare le prime cifre decimali bisogna aspettare Archimede di Siracusa, e noi, all’inizio del XXI secolo, non dobbiamo dimenticare che questo lungo viaggio matematico alla scoperta di Pi greco ha avuto inizio da un breve trattato scritto più di 2200 anni fa da Archimede di Siracusa: “La misura del cerchio”.

Archimede Gianmaria Sammartino

Ingegnere, fisico, astronomo e matematico, Archimede è considerato lo scienziato più importante dell’Antichità e una delle menti più brillanti della storia. La sua intelligenza e i suoi risultati lo collocano ad un livello, in campo matematico, raggiuto solo da Newton. Come matematico le sue scoperte sono innumerevoli ma la più importante è quella dell’approssimazione del PIGRECO usato per il calcolo di alcune figure geometriche. Tra le forme geometriche più ricorrenti vi è una circonferenza: a lungo considerata il simbolo della perfezione. La circonferenza è un elemento ricorrente nelle opere matematiche. Fu proprio Archimede a calcolarne il valore approssimando l’area di un cerchio a quella di un poligono irregolare e ne ricava una sorprendente stima di PIGRECO.

Ma Archimede non si accontenta di questi dati numerici approssimati, egli cerca la perfezione fino a raggiungere i primi due decimali esatti.

LETTRICI Ilaria Di Ciocco e Alessia Gigliozzi

Ilaria Di Ciocco

È degno di ammirazione il Pi greco

tre virgola uno quattro uno.

Anche tutte le sue cifre successive sono

iniziali, cinque nove due, poiché non finisce mai.

Non si lascia abbracciare sei cinque tre

cinque dallo sguardo,

otto nove, dal calcolo, sette nove

dall’immaginazione,

e nemmeno tre due tre otto dallo scherzo,

ossia dal paragone quattro sei con qualsiasi

cosa due sei quattro tre al mondo.....

Alessia Gigliozzi

Il corteo di cifre che compongono il Pi greco non si ferma sul bordo della pagina, è capace di srotolarsi sul tavolo, nell’aria, attraverso il muro, la foglia, il nido, le nuvole, diritto fino al cielo, per quanto è gonfio e senza fondo il cielo. Oh no, niente da fare, esso sta lì con il suo cinque ancora passabile, un otto niente male, un sette non ultimo, incitando l’indolente eternità a durare.

MODERATORE Nicola Del Papa

Il Pi greco, infatti, non è uguale a 3,1415926535...ehm, ho perso il conto! (risate generali); e non è uguale a nessun numero decimale definite periodico. Infatti, in matematica, il Pi Greco è classificato come un numero irrazionale e trascendente: per quanti calcoli si possano fare, trovare il suo valore "preciso"...è impossibile. Il numero, non è solo un'entità geometrica illimitata, ma è anche la chiave d'accesso alla conoscenza della natura più profonda delle cose: non rappresenta solo l'origine, ma anche l'essenza di ogni cosa; da ciò i pitagorici.

PITAGORA Irene Serafini

"Con i pitagorici, l’universo non viene più visto come ricettacolo di forze oscure, ma diventa comprensibile razionalmente. La tradizione attribuisce tuttavia ai pitagorici la scoperta dell’incommensurabile: essi avrebbero scoperto l’esistenza di grandezze che non hanno una misura commune infatti per i pitagorici le cose sono numeri e che, di conseguenza, gli elementi che compongono i numeri sono i medesimi di cui sono fatte tutte le cose. L’idea di fondo è che il numero sia davvero il costituente di tutte le realtà, i numeri, dunque, non sono la forma o la formulazione astratta di una sostanza, ma sono davvero immanenti alle cose e finiscono per identificarsi con esse. Il pensiero di identificare il principio con il numero deriva per i pitagorici da osservazioni empiriche, cioè essi si rendono conto del carattere periodico dei fenomeni, nonce dell’esprimibilità dei rapporti tra i suoni negli accordi armonici. I pitagorici parlarono non solo di “incommensurabile”, ma anche di “irrazionale”. Nell’ambito dell’irrazionalità uno dei numeri più noti è il Pi greco: ma che cos’è realmente Pi greco? Il fatto che il Pi Greco sia un numero infinito implica che in esso si trovino tutte le combinazioni di numeri possibili, ma non solo: associandosi numeri le lettere si generano infinite combinazioni di lettere. Nonostante le nostre infinite domande, ogni momento che è esistito, che sta esistendo, che esisterà e che non è mai esistito, è contenuto in questa serie periodica e infinita di numeri; per questo risulta difficile trovare il suo valore preciso.

LETTORE ARISTOTELE Rossella Di Benedetto

Or, poiché principi delle matematiche sono i numeri, e nei numeri essi credevano di trovare, più che nel fuoco e nella terra e nell'acqua, somiglianze con le cose che sono e che divengono […] e poiché inoltre vedevano espresso dai numeri le proprietà e i rapporti degli accordi armonici, poiché insomma ogni cosa nella natura appariva loro simile ai numeri, e i numeri apparivano primi tra tutto ciò che è nella natura, pensarono che gli elementi dei numeri fossero elementi di tutte le cose che sono, e che l'intero mondo fosse armonia e numero.

MODERATORE Nicola Del Papa

La musica in particolare sembra rivestire un ruolo significativo, primario, nel pensiero dei pitagorici. Infatti sia la melodia, cioè la successione di note, che l’armonia, cioè l’esecuzione contemporanea di più suoni, producono un risultato felice per l’uomo se eseguite con un ordine determinato, un ordine matematico. E qui sta la grande importanza dei pitagorici, che per primi hanno ricondotto la natura ad un ordine matematico, un ordine che sta alla base del mondo nella sua unità, nella sua bellezza, ma soprattutto nella sua armonia. Infatti l’armonia, o meglio ancora, la musica, aveva un posto di prim’ordine per i greci antichi, in particolare per Platone: essa è filosofia suprema, esprime ciò che le sole parole non possono fare, ma ancora più profondamente, la musica è una cura per l’anima.

PLATONE Virginia Di Paolo

Platone afferma che l’armonia della musica è della stessa natura della nostra anima, infatti nel dialogo cosmologico del Timeo, Platone presenta il modello pitagorico della creazione che spiega la struttura armonica del cosmo.

Il Demiurgo crea il mondo da Idee e Materia preesistenti, svolge il suo compito in conformità dell’idea del BENE, essendo il BENE armonia e bellezza, il mondo è stato creato secondo NUMERO e MISURA. Per farlo poi più perfetto lo ha dotato di un’anima, il principio e la ragione della fora e del movimento del Corpo del Cosmo, l’ANIMA DEL MONDO. Le cose animate si distinguono dalle inanimate per il loro moto. Le cose animate si muovono da sé, le inanimate sono mosse. La divinità è assimilata a un incessante movimento. Il fatto che l’Universo sia in moto mostra che deve essere animato, appunto, da un’Anima.

Seguendo l’insegnamento pitagorico, Platone stabilì l’esistenza di un rapporto intrinseco tra proporzione, bontà e bellezza.

PLATONE Armando Amicone

Nel Timeo, infatti, egli descrive l’opera del Demiurgo che plasma un Mondo costituito da QUATTRO ELEMENTI. Platone scrive che il Demiurgo volle che il mondo fosse perfetto, per questa ragione, non fece né due né infiniti mondi, ma questo solo mondo. Ciò che è stato creato deve essere corporeo e visibile, per questo inizia a crearlo con la TERRA e con il FUOCO. Non si possono comporre due cose senza una terza: ci vuole in mezzo un legame per unirle. Il Demiurgo utilizza la proporzione, in forma bellissima. Ora, se il mondo fosse stato piano, bastava solo un medio; ma essendo ilcorpo dell’universo solido, occorrono due medi. Così il Demiurgo mise ACQUA e ARIA.

Solo allora il corpo dell’universo fu composto da quattro elementi, uniti secondo la proporzione geometrica. È la proporzione continua che, con i suoi quattro elementi, associate agli elementi costituenti l’universo, scambievoli tra loro e nel mutamento invariante, esprime la proprietà che detta le condizioni di un universe ordinate armonicamente.

LETTORE Armando Amicone

Il Demiurgo, pose ACQUA e ARIA in mezzo a FUOCO e TERRA, e il posizionò fra loro il più possibile; in modo che il fuoco fosse rivoltò verso l’aria, l’aria fosse rivolta verso l’acqua e l’acqua fosse rivolta verso la terra. In fine collegò la terra al fuoco e compose un corpo visibile e palpabile e lo arrotondò a mo’ di sfera che di tutte le figure è la più perfetta e la più siile a sé stessa, gli assegnò il movimento più adatto, quello dei sette che più si accosta all’intelligenza e al pensiero: il moto circolare.

LETTORE Virginia Di Paolo

E messa l’anima nel mezzo di esso, la distese per tutte le sue parti, e con questa stessa l’involse tutt’intorno di fuori, e così fece un cielo circolare, che si muove circolarmente, unico e solitario, ma atto per sua virtù ad accompagnarsi seco stesso e di nessun altro bisognoso e bastevolmente conoscitore e amante di sé stesso.

CONCLUSIONE Claudia Giaccio

Il numero pi greco è speciale. Abbiamo già detto che è il più conosciuto e nominato fra tutti i numeri, il più celebre. L'entusiasmo, la passione, l'autentico fanatismo per pi greco e le sue cifre hanno persino determinato la nascita di un neologismo, “Pi-mania", che descrive l'ossessione per tutto ciò che è in relazione con questo numero. Un viaggio in questo mondo, a metà strada fra lo stravagante e l'accademico, è allo stesso tempo ameno e interessante. All'udienza potrà sembrare eccessivo dedicare tanto spazio ad una sezione relativamente poco matematica, ma la realtà è che pi greco è veramente qualcosa di più di un numero.