Era il 1939, a Montepulciano fervevano i lavori per il rifacimento della facciata del duomo, quando Corrado Peruzzi, attore e animatore di bruscelli e teatro, si accorse che la conformazione di Piazza Grande amplificava magnificamente anche le voci più esili. Quella scenografia essenziale, acusticamente perfetta, poteva costituire dunque la scenografia ideale per rappresentarvi un bruscello.

Fu così che i Poliziani iniziarono a fare il bruscello in piazza, ma c’era bisogno di un testo degno di una piazza, bisognava dare dignità ad uno spettacolo che era stato fino ad allora divertimento di contadini, una performance rozza e campagnola. Ci voleva un libretto e un librettista Così dopo qualche diniego, il bruscello trovò il suo librettista in don Gustavo Bianchi. Il soggetto scelto per questo esordio fu la tragica vicenda di Pia dei Tolomei, che tanta fortuna aveva avuto in terra toscana.

Molti popolani recitavano a memoria le ottave del Niccheri e il personaggio di Pia era noto anche da popolari pellicole cinematografiche. Delle musiche si incaricò il canonico Gino Quinti, che compose arie nuove, ma sulla scia della melodia tradizionale. Come un vero spettacolo il bruscello ebbe anche il suo regista nel conte Lucangelo Bracci, coadiuvato dal regista teatrale russo Piotr Sharoff.

Alle prove vennero 177 tra attori e cantanti, uomini, donne e ragazzi dei cori, nove solisti, nessuno dei quali professionista (cinque contadini, un muratore, un falegname, un fornaio, una sarta): una vera e propria compagnia teatrale dilettantistica, con divergenze di vedute tra le maestranze e rivendicazioni “sindacali”, perfino un tentativo di sciopero al femminile delle damigelle. Ecco però un imprevisto a mettere in forse lo spettacolo: Fausto Romani, il Mence, che vestiva i panni del protagonista, conte Nello della Pietra, in quei giorni fu richiamato e sarebbe dovuto partire per l’Albania se non si fosse trovato qualche “accosto” influente. Il 13 agosto del 1939 finalmente il bruscello poté andare in scena e fu replicato anche il giorno 15 a Ferragosto.

Tanti furono gli spettatori che si programmò un’altra replica per il 21 agosto e un bruscellino dei ragazzi per l’anno successivo, segno del desiderio della comunità di trasmettere la tradizione ai più giovani.

Libretto 1945: testo bilingue

Quando nel 1945, dopo la guerra, il bruscello riprese le sue rappresentazioni, la scelta cadde di nuovo sulla Pia de' Tolomei, un copione sperimentato e di sicuro impatto sulla gente. La scelta del soggetto era comunque tutt’altro che scontata: in diversi avrebbero preferito Genoveffa, testo già pronto per l’anno successivo; alla fine si optò per lo stesso libretto e la stessa musica del 1939. Mence fu ancora Nello, mentre Vera Brocchi, la Pia del Bruscellino, sostituì nella parte di Pia Italia Della Giovampaola. Remo Capitini fece invece Ghino.

In omaggio ai turisti, ma forse soprattutto ai soldati alleati arrivati in Italia, il depliant divulgativo con cui si pubblicizzava lo spettacolo era bilingue italiano/inglese. La massiccia pubblicità (tra cui perfino una ripresa radiofonica del prof. Calamandrei che contribuì a far conoscere il Bruscello fuori di Montepulciano) dette i suoi frutti: numerosa fu la partecipazione del pubblico e l’incasso arrivò addirittura a 137.000 lire, cifra non sufficiente comunque a coprire le 155. 000 lire delle spese di produzione. Contribuì allora il Ministero con un finanziamento di 10.000 lire.

La storia di Pia tornò in piazza nel 1949. Questa volta a intervenire sul testo di monsignor Bianchi per renderlo più elegante fu monsignor Marcello Del Balio, che aveva già collaborato nel 1947 con Dino Paganelli alla stesura di Margherita da Cortona e nel 1948 aveva scritto Ghino di Tacco.

Le pagine interne del depliant pubblicitario recapitato a mezzo posta agli spettatori riportano ancora le note didascaliche presenti nel libretto del 1939, ma sono evidenti i cambiamenti in corso. Uno staff completo di addetti ai lavori e 150 dilettanti della città e della campagna contribuiscono alla riuscita dello spettacolo: Il bruscello non è più solo intrattenimento di contadini per contadini.

Sul frontespizio figurano ora le indicazioni: «Orchestra dell'Istituto municipale di musica di Montepulciano - Scene ideate dal prof. Attilio Caroti, eseguite da Fausto Romani - Elettricista V. Vanni, Apparecchi elettrici gentilmente forniti dal Teatro Eliseo di Roma - Costumi della Casa d'arte Cerratelli di Firenze».

Crescente è poi il senso di appartenenza dei cittadini Poliziani e maggiore la consapevolezza acquisita dai bruscellanti: «Lo spettacolo si rappresenta sulla Piazza Grande della città (fra le più belle d'Italia, circondata da magnifici palazzi cinquecenteschi, con il piccolo Palazzo Vecchio del Comune e con l'originale ed elegante pozzo del Sangallo), facendo del sacratao del Duomo il palco per gli attori. Grandi scenari che si armonizzano un po' con l'alta e scura mole del Duomo, e tutto illuminato con gli stessi effetti di luce dei grandi teatri all'aperto. E con la scena vengono a volte illuminati la Torre, a volte il Campanile, a volte le finestre di un Palazzo, cosicchè al fantastico si aggiunge il reale, più fantastico ancora [ ...]. I costumi delle migliori Case d'Arte e Teatrali danno alle rappresentazioni quel carattere di lusso che riesce ad attirare migliaia di spettatori [ ...]. Ogni anno un maggior concorso di pubblico corona la fatica dei bravi dilettanti. Ogni anno giungono anche molti forestieri, spesso molti stranieri, e a tutti resta impressa la signorilità e la naturalezza dei modi di coloro che abitualmente si dedicano ai lavori più duri [ ...]. E tutti quelli che vengono se ne ritornano soddisfatti e felici e portano nel cuore un bel ricordo, il ricordo di una notte di Ferragosto nell'incanto di una bellezza da fiaba»

Retro depliant 1949 con la dicitura "STAMPE"

Nasceva intanto la Compagnia popolare, che si dette statuto e precisi incarichi e pubblicizzò l’evento, prendendo parte alla trasmissione Arcobaleno in piazza in cui vennero registrati, trasmessi e incisi in disco i motivi migliori del bruscello, specialmente quelli della Pia. Seguirono poi anni di difficoltà economiche, ma nel Ferragosto del 1954 i bruscellanti al completo furono ospiti di Spettacolo in piazza, organizzato in piazza del Campo per la Rai dal senese Silvio Gigli. Sul finire degli anni Cinquanta il Bruscello oggetto della curiosità di giornalisti e radio, e soprattutto grazie all’interessamento di Silvio Gigli, aspirava ad uscire da Montepulciano e a farsi conoscere. In occasione dell’edizione del 1957 venne indetto allo scopo il concorso Arboscello d’oro con cui selezionare voci nuove. In palio al vincitore ben 100.000 lire! Il successo dello spettacolo, di cui curò la regia lo stesso Gigli e furono protagonisti Hervé Marchetti e Ivonne Del Ciondolo, indusse ad accettare l’invitò di Cortona a replicare lì la Pia. Fu una trasferta sfortunata e i Poliziani si convinsero che il bruscello doveva restare sul palco naturale di Piazza Grande.

Nel 1963 dopo qualche anno di silenzio, la Pia tornò in piazza, Pia era Milla Della Giovampaola e Nello Carlo Del Ciondolo, ma erano anni in cui, complice forse lo spostamento dalle campagne verso la città e la tendenza a rinnegare tutto il mondo contadino e le usanze del passato, in nome del nuovo e del progresso, l’impegno dei bruscellanti veniva a mancare e i dilettanti pretendevano di essere pagati a giornata. I tempi erano cambiati e il testo non piaceva più così come era; venne dunque incaricato di revisionare il libretto don Del Balio. Elementi di novità si registrarono anche nella scenografia: una scena fissa con alcune scene mobili doubleface.

C’era comunque nel bruscello del 1963 qualcosa di antico: il cast infatti, composto in prevalenza da uomini, ricordava il bruscello fatto nelle aie; solo un coro di ragazze cantava fuori campo. In assenza di orchestra venne ingaggiato un gruppo di fisarmonicisti di Castelfidardo. Il risultato fu un grande successo e un record di presenze.

Passarono 26 anni prima che la Pia tornasse sul sagrato del Duomo di Montepulciano. Poi nel 1989, cinquanta anni dopo il primo bruscello in piazza, finalmente i Poliziani rappresentarono di nuovo la storia di Pia dei Tolomei con la sponsorizzazione della Fattoria del Cerro. La novità delle scenografie, fatte di stoffa e tubi di ferro, il ritorno dopo 20 anni dell’orchestra diretta dal maestro Luca Morgantini, la partecipazione della corale locale Le Grazie, le coreografie curate da Cristina Peruzzi, il cast tra cui spiccavano Cosetta Batignani nel ruolo di Pia e Stefano Bernardini in quello di Nello fecero il successo: circa 3500 spettatori e recensioni positive sui giornali. Da allora ogni decennale dal primo bruscello i Poliziani rievocano nelle sere d’agosto la storia di Pia sul sagrato del duomo: è stato così nel 1999, nel 2009 e lo sarà anche nel 2019.

Logo del Cinquantesimo

Nel 1999 la Compagnia rielaborava il libretto e sotto la direzione artistica di Franco Romani, responsabile anche della regia e delle scenografie, con l’orchestrazione e la direzione musicale del maestro Luca Morgantini, la Pia de’ Tolomei andava in scena per cinque sere di seguito. Nel libretto del 1999 sono riportati diversamente dal passato anche i nomi degli interpreti con l’indicazione dei ruoli, segno di una consapevolezza crescente che pian piano si andava diffondendo. Nelle parti di Pia e Nello ancora Cosetta Batignani e Stefano Bernardini, ma tra i nomi dei paggi compare quello di Chiara Protasi, che sarebbe stata poi Pia nel Bruscello di dieci anni dopo. Sponsor d’eccezione la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, menzionata sulla copertina stessa del libretto.

All’appuntamento del settantesimo del 2009 la Pia tornava con regia, direzione artistica e scenografie di Franco Romani, nuovo invece il testo del libretto, opera della giovane Irene Tofanini, nuove anche le musiche, opera del maestro Luciano Garosi, che dirigeva l’orchestra. Molti gli sponsor dell’evento, tra cui la Banca di Credito Cooperativo di Montepulciano. Il cast si è arricchito di giovani, non solo Chiara Protasi, nella parte di Pia, ma la stessa Irene Tofanini e diversi altri personaggi maschili e femminili. Ormai il bruscello è diventato un vero spettacolo con assistenti alla regia, fonici, tecnici luce, costumisti, acconciatori. Il testo, una rielaborazione moderna, è un omaggio alla prima edizione del 1939, ma prosegue anche la trilogia dantesca iniziata nel 2008 con Il conte Ugolino e continuata con nel 2010 con san Francesco. Rispetto al passato la librettista si è concentrata sui personaggi e sulle loro evoluzioni nel corso della storia, inoltre la vicenda, collocata dalla tradizione nel contesto delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, viene spostata cronologicamente e fatta coincidere con lo scontro tra Siena e Arezzo e la battaglia di Campaldino del 1289. Intuizioni felici, a giudicare dal successo di pubblico e dalle lusinghiere recensioni della stampa locale.

http://www.ilcittadinoonline.it/cultura-e-spettacoli/bruscello-2009-la-pia-torna-sfolgorante-dopo-70-anni/

www.toscanaoggi.it/Eventi/Appuntamenti/Teatro-Pia-De-Tolomei-per-il-70-Bruscello-di-Montepulciano

http://www.bruscello.it/photogallery/category/7-bruscello-2009

Nel 2019 i bruscellanti reciteranno ancora la storia della contessa Pia in Piazza Grande sul libretto di Irene Tofanini e con le musiche e la direzione dell’orchestra di Luciano Garosi. Franco Romani, a cui resta la direzione artistica, passa invece la regia a Marco Mosconi. Curerà le coreografie Maria Stella Poggioni. Stefano Bernardini sarà Ghino, mentre si alterneranno nel ruolo di Pia Chiara Protasi e Chiara Scannapieco, in quelli di Guido Guidi e Nello Marco Banini e Matteo Benvenuti. Novità sono state annunciate infatti fin dalla conferenza stampa, quali il doppio cast e la duplicazione dei protagonisti che movimenterà le cinque serate e permetterà di dare spazio alle voci di giovani bruscellanti, affidando a più bruscellanti le parti primarie. Sul palco saliranno circa 200 persone tra personaggi principali, cori, orchesta e staff.