La professoressa ci ha chiesto di commentare il discorso di fine anno del nostro Presidente della Repubblica.

All’inizio mi è sembrato strano dover comporre un tema su un “discorso”, ma poi ne ho compreso l’importanza; intanto, per la prima volta, ho capito il ruolo del Presidente, che oltre ad essere una persona importante, mi è sembrato in quell’occasione come un padre che dice ai propri figli cosa è giusto e perché.

Ho capito che è giusto riflettere sulla storia, per comprendere meglio il presente.

Ho riflettuto sul concetto di pace e di guerra, forse perché nella mia generazione la guerra la vediamo rappresentata solo attraverso immagini, del telegiornale o nei films e così si ha la sensazione che non esista.

Ascoltando il Presidente ho pensato a mio cugino di diciotto anni che quest’anno per la prima volta andrà a votare, mentre i diciottenni del millenovecentoquindici – diciotto, andavano in guerra, non sapendo il loro destino e, soprattutto, se avessero fatto ritorno a casa.

Noi spesso non pensiamo al sacrificio compiuto da quei ragazzi, che hanno abbandonato le loro famiglie, andando a combattere sanguinose guerre.

Il Presidente parla, inoltre, di Costituzione e sostiene nel discorso che è come una “casa”. Mi sono chiesta perché facesse questo paragone e ho provato a spiegarlo.

La casa ci pone la riparo, ci protegge, ci fa sentire al sicuro e ogni sua stanza risponde ad un’esigenza diversa, allora, ho chiesto a mia madre una spiegazione e lei mi ha detto che le stanze di una casa sono proprio come i diritti ed i principi della Costituzione, tutti diversi ma altrettanto importanti: il diritto al lavoro, il diritto alla salute, il diritto alla difesa, il diritto allo studio, il diritto a professare la propria fede ed infine il diritto alla vita.

Così come il tetto di una casa protegge le stanze e le persone all’interno di esse, così la Costituzione garantisce che quei diritti non vengano mai dimenticati e siano sempre presenti nella memoria del popolo nel presente e per il futuro.

Alla fine del discorso il Presidente ha poi ricordato le forze dell’ordine (Carabinieri Polizia), e quanti garantiscono soccorso negli ospedali o in occasioni di eventi tragici, come il terremoto che ha colpito alcune parti del nostro Paese. Ho pensato che quelle persone agiscono per il bene del nostro Paese e che anche ognuno di noi deve fare il meglio, svolgendo il proprio dovere di cittadino.

Anche io come cittadina italiana proverò ad interessarmi di più all’attualità e a quello che accade nel mio Paese; forse non riuscirò a comprendere proprio tutto, ma so che i miei genitori mi aiuteranno a farlo gradualmente e magari quando sarò più grande, potrò capire veramente cosa significa essere italiana ed essere fiera di esserlo.

Il discorso del Presidente mi ha fatto crescere sia culturalmente che emotivamente, ma soprattutto, ho riconosciuto l’importanza di vivere nel nostro Paese, nel “più lungo periodo di pace per l’Italia”.

Argenta