Sia Booktype sia ePUB editor sono concepiti come strumenti di assemblaggio organizzato di materiali digitali, che hanno come riferimento un flusso di testo e che al termine del lavoro potranno essere pubblicati (leggi esportati) in formati vari, tra cui ePub e PDF, come spiegato nel capitolo 1.

Il mattone fondamentale del flusso di testo sono i "capitoli", ciascuno dei quali deve avere un titolo, a cui viene associato in modo indissolubile. Alla collocazione logica nel flusso globale corrisponde una precisa connotazione tipografica. Nei capitoli di testo si possono inserire immagini e link a risorse presenti sul web; nel caso di ePUB editor anche filmati - ricordiamo la necessità in questo caso di esportare in formato ePub3.

Sia Booktype sia ePub editor sono pertanto strumenti poco adatti alla elaborazione diretta dei contenuti, soprattutto in termini di bozza.

In entrambi i casi converrà pertanto:

- scrivere preventivamente i testi con un buon word processor; l'ideale sono OpenOffice o LibreOffice, che sono disponibili anche in versione portatile, installabile su chiavetta USB e, soprattutto, producono testi in un formato altamente compatibile con i due ambienti; ePub editor - addirittura - importa in modo perfetto e immediatamente utilizzabile un documento salvato in formato ODT; questo vuol dire che stando particolarmente attenti agli stili utilizzati per formattare il proprio scritto (Corpo Testo e livello dei Titoli) sarà sufficiente importare il lavoro realizzato e già impaginato, dare una controllata per realizzare immediatamente l'ePub mediante la pubblicazione/esportazione; con Booktype si dovrà operare con il copia-e-incolla, ma i risultati sono confortanti anche in questo caso:

- selezionare preventivamente le immagini e inserirle laddove servono usando le funzioni dei due ambienti e impostandone le caratteristiche così come suggerito nelle rispettive guide, scaricabili in formato pdf qui per ePUB editor e qui per Booktype; un tipo particolare di immagine costituirà la copertina;

- selezionare i video (questo solo per ePUB editor, che richiede il formato mp4 o m4v e pone il limite di 25 mega) e, di nuovo, inserirli utilizzando le funzioni previste nell'ambiente e descritte nella guida;

- gli eventuali link possono già essere impostati nel testo elaborato all'esterno; saranno sufficienti il copia-e-incolla o l'importazione del documento ed essi saranno mantenuti e attivi.

Ambedue gli ambienti consentono di visualizzare l'anteprima del testo impaginato.

ePUB editor fornisce anche la possibilità di inserire esercizi, la sola possibilità di interagire con il libro oltre alla sua lettura:

- Domande a scelta multipla;

- Domande vero/falso

- Riempimento di spazi:

- Riordinamento di sequenze;

- Associazione di elementi.

In questo caso, il contenuto andrà elaborato direttamente nell'editor.

Sia ePUB editor sia BookType consentono mediante apposite icone delle rispettive barre degli strumenti di accedere direttamente al codice HTML del capitolo che si sta elaborando. Questo fatto permette di incorporare nelle pagine i video secondo la modalità di embedding che molti siti - da YouTube [1] alla RAI - offrono, risolvendo anche la questione dei diritti. L'operazione avrà però effetto soltanto nella versione web del libro, che sarà possibile rendere disponibile alla visione di terzi rendendone l'indirizzo pubblico disponibile per chiunque attraverso l'apposita voce delle "Opzioni" di gestione del proprio lavoro. Nelle versioni ePub e PDF ci saranno dei fastidiosi spazi vuoti.

Converrà pertanto produrre versioni differenti mediante la funzione "Duplica ebook "del menu a sinistra dell'editor, una destinata solo al web e l'altra destinata alle esportazioni in veri e propri eBook.

Ovviamente è possibile realizzare semplici link a risorse audio-video residenti sul Web; l'efficacia dell'operazione è garantita su tablet, pc e smartphone, ma non su tutti gli eBook reader, perché dipenderà dalle loro caratteristiche hardware e software.

Va detto infine che Booktype vincola nella direzione delle licenze aperte: non è infatti possibile contrassegnare il proprio lavoro con il copyright tradizionale. La scelta è coerente con la logica della piattaforma, ma può essere considerata una forzatura da alcuni autori.