La raccolta di testi poetici deriva da un compito richiesto alla classe terza A del Liceo Classico Daniele Crespi di Busto Arsizio, dopo aver studiato le origini della poesia italiana e in particolare gli autori dello Stil Novo.

Invece di procedere con una tradizionale verifica orale, un'interrogazione, ho chiesto agli studenti di selezionare il lessico specifico dei poeti e di usarlo per ricreare testi stilnovistici che rispettassero le tematiche tipiche. I ragazzi potevano scrivere in prosa o in poesia, scegliendo se tentare una versificazione regolare (pur nelle loro limitate conoscenze di prosodia e metrica) oppure buttarsi su versi liberi. Di ogni testo avremmo calcolato l'"indice stilnovistico", ovvero la percentuale di termini dello Stil Novo in ogni produzione.

La proposta pare abbia suscitato curiosità ed entusiasmo: in breve sono arrivate delle produzioni variegate e originali, molte elaborate in artifici retorici e in metrica, tutte perfettamente calate nelle tematiche letterarie studiate, con un indice di integrazione del lessico specifico molto alto e contemporaneamente capaci di raccontare un fresco mondo di affetti e sensazioni tutto autentico, voce dell'universo di ragazzi di quindici o sedici anni.

I testi parlano dell'amore, naturalmente, e raccontano di primi innamoramenti che si perdono nella bellezza di lei o di lui, di stupori o di sottili dolori che si trasformano in ferite dell'animo; l'attesa è frustrante e può finire per stancare e demolire tutto (i ragazzi che vivono in un mondo veloce, in cui la risposta deve arrivare in una frazione di secondo, non sanno proprio cogliere alcun valore nel tempo vuoto dell'aspettare). Ci sono donne sprezzanti che non si fanno incantare dalle parole e cercano la solidità nella relazione, donne sognanti che non hanno il coraggio di esporsi, altre ben presenti alle loro forti sensazioni che non vogliono di certo nascondere, uomini che scelgono il servizio d'amore senza timore della sofferenza. Non esiste un codice di corteggiamento che preveda un "fare" maschile e uno "stare" femminile, ognuno deve sentirsi libero di parlare, anzi il gioco dell'afasia, caro ai poeti del Duecento, è proprio sciocco e da evitare: o genera equivoci o prova mancanza di serietà. La persona amata però continua a compiere il miracolo della salvezza (anche quando giunge propizia in un compito in classe...): amare fa bene, dà senso alla vita anche quando ferisce, su questo sono tutti d'accordo.

La richiesta successiva di procedere con una seria analisi tecnica degli elaborati, secondo la procedura utilizzata nei testi del libro di letteratura (identificazione di temi, figure retoriche, interpretazione...), ha lusingato gli autori che hanno così realizzato di possedere competenze reali e specifiche della disciplina. Dal mio punto di vista di insegnante l'obiettivo è stato raggiunto e la valutazione espressa. Rimanevano le opere: non volendo che restassero archiviate e dimenticate negli armadi della scuola, ecco l'idea di pubblicarle, tralasciando la parte di analisi, meno interessante per un pubblico fuori dalla classe. Per ogni testo ho steso una introduzione che possa far cogliere il valore e sottolineare la creatività dell'opera. Un ringraziamento fortissimo va ai miei poetici ragazzi per avermi stupito, divertito e lusingato per avermi affidato un pezzettino del loro mondo.

Prof.ssa Marcella Colombo