spiegare come si utilizza e come funziona l’asciugacapelli.

Per risolvere la situazione problematica è indispensabile prendere in considerazione i dati di cui disponiamo (informazioni).

Dobbiamo capire qual è la condizione di partenza e quella a cui si vuole arrivare. Una volta definita la situazione occorre determinare la struttura delle operazioni da eseguire sui dati di partenza, ed eventualmente su quelli intermedi, per arrivare al “risultato”. Questa fase è quella dell’analisi del problema. Tramite l’analisi si arriva a stabilire il procedimento (procedura) di risoluzione, cioè le elaborazioni che i dati devono subire e l’ordine preciso in cui le devono subire. Vari problemi possono avere analoga procedura risolutiva, essi fanno parte di una stessa classe di problemi. Se vogliamo insegnare a qualcuno a risolvere un problema, la cosa più conveniente è insegnargli a risolvere la classe di problemi a cui esso appartiene o guidarlo alla “generalizzazione” della soluzione di un caso specifico (algoritmo risolutivo), e poi fargli risolvere il problema particolare, fornendogli semplicemente i valori su cui eseguire i calcoli (esecuzione dell’algoritmo).

Come per la produzione della spremuta, anche l’utilizzo del phon è possibile evidenziarlo attraverso un algoritmo.

Il funzionamento di questo apparecchio di uso quotidiano prevede: un cavo di alimentazione collegato ad una presa di corrente a 220 volts, una resistenza che serve a riscaldare la temperatura, una ventola per diffondere l’aria, un motorino elettrico, un guscio di plastica che contiene i componenti elettrici e ne permette l’impugnatura, un interruttore on – off e un pulsante di regolazione della velocità.

Posizionando l’interruttore su on, la corrente passa attraverso la resistenza e la surriscalda; contemporaneamente la ventola converge un flusso di aria che fuoriesce alle diverse velocità.

La difficoltà della consegna non sta nell’individuare il funzionamento e l’utilizzo dell’elettrodomestico poiché nel phon si possono facilmente riconoscere gli elementi che lo costituiscono (ventola, resistenza, motorino elettrico…), bensì nel forzare l’organizzazione del pensiero in un testo sintatticamente complesso.

Il grafo favorisce la capacità di scandire i passi ordinati della sequenza, evidenzia percorsi diversi di risoluzione dello stesso problema.

3) Per la valutazione ho analizzato il linguaggio utilizzato per spiegare procedimento e funzionamento. Ho analizzato, inoltre, a quali strategie di pensiero si viene “costretti”.

I bambini hanno affrontato le consegne scrivendo la procedura risolutiva e ordinando le “operazioni concesse“ in un algoritmo.

Partendo dai grafi hanno analizzato che cosa c’era di algoritmico e cosa no, quante e quali erano le assunzioni implicite quando si affrontano questi procedimenti con un diagramma di flusso, quali erano le operazioni elementari e come erano combinate tra loro.

Una volta colta la sequenzialità delle operazioni è facile individuare i dati e i loro legami logici.

L’attività di verbalizzazione, ha creato l’avvio alla dimostrazione, ha offerto l’occasione per costruire nuovi concetti e abilità e ha permesso un approfondimento di quelli già appresi.

All’interno di questa riflessione, lo strumento descritto, il phon, è diventato un mediatore del processo di acquisizione di conoscenza: la voce della pratica e la voce della teoria si sono combinate nel ragionamento dimostrativo.

L’utilizzo di queste procedure aumenta a mio avviso la possibilità di comprendere l’elaborazione e l’ordine dei procedimenti che le caratterizzano. Consente di analizzare e studiare i diversi passaggi attraverso un approccio basato sul confronto.