Mio Führer ---

Tu sei buono e ti amo teneramente

come mamma e papà

Ti obbedirò sempre

come a mamma e papà

E da grande, ti sosterrò

come con mamma e papà

Ti darò solo soddisfazioni

come a mamma e papà

My Führer (The child speaks)

I know you well and love you dearly

Like father and mother.

I want to always be obedient to you

Like I am to father and mother.

And when I grow up, I will help you,

Like I will father and mother,

You should feel joy because of me,

Like father and mother!

"Niente latte per i piccoli ebrei:" destino degli studenti ebrei dal 1933 al 1942

Anna Frank

Niente scuola…..

Si chiudono le porte delle scuole per gli ebrei, non hanno più il diritto di leggere, né studiare, neppure sfiorare alcuni libri.

Ma quale peso danno all’ISTRUZIONE, perché è così importante?

… mercoledì, 3 Novembre 1943, papà aveva comprato una serie di libri per tenere la nostra mente occupata e, allo stesso tempo, per sviluppare le nostre capacità. L’istruzione ha un triplice ruolo:

sfidare in segreto le leggi di Hitler
infondere un senso di sicurezza a fronte di tanta incertezza
nutrire la speranza in un futuro illuminato

già nel 1933 il numero degli alunni ebrei per classe è stato ridotto, non doveva superare l’ 1.5 per cento del totale complessivo per classe. Il 29 Settembre 1933 il Deutsche Allgemeine Zeitung pubblicava il programma antisemitico che introduceva nel curriculum scolastico una nuova disciplina, materia d’esame: “ RAZZIOLOGIA “ perché nessuno studente tedesco lasciasse la scuola senza avere cognizione della purezza della razza

Durante le lezioni di “ Razziologia “gli insegnanti additavano gli ebrei come esseri cattivi, brutti, deceitful...... Walter Ettinghausen propone un esempio nella “ News Letter “ il 6 Gennaio 1934:

l’insegnante sollecita una bambina ebrea, rigorosamente seduta in fondo all’aula, a raggiungere lacattedra perché diventi oggetto di una lezione pratica. Gli altri bambini sono invitati ad elencare i tratti tipici caratteristici della razza ebraica sul suo volto:

Il naso
I capelli ricci e neri
La pelle olivastra

Mentre la piccola rimane tremantein mezzo all’aula, non ancora soddisfatta la prof. incita i bambini a trovare altri elementi, e al loro silenzio lei risponde dicendo “ nessuno nota il suo aspetto deceitful....

Der Stuermer, un settimanale tedescoanti semitico, diventa il testo della nuova disciplina in classe:

i tedeschi superiori guardano gli ebrei come “ il nemico “. Il passo dal credere a diventare superiori è davvero breve, per cui le teorie predicate e assorbite in classe dalle giovani menti diventano pratica brutale all’esterno, soprattutto nei cortili alla mercé dei BARBARI ariani . A tal proposito nel “ Manchester Guardian “ del 9 Ottobre 1933 si legge

" I bambini ebrei non devono sedersi accanto agli Ariani, sono segregati. Una volta a scuola sono umiliati davanti agli altri, costretti ad unirsi a cori inneggianti le glorie di Hitler; esclusi da ogni gioco, perché nessuno giocherà mai con loro, che non possono neppure toccare la palla. Nel gioco della fattoria rappresentano sempre i maiali; quei bambini una volta amici oggi voltano loro le spalle. Gli insegnanti stessi si rivolgono a loro con sguardi di ghiaccio, nell’indifferenza più tagliante, rischiano il posto di lavoro.

Poi nella via verso casa è il turno dell’oltraggio ai vestiti, squarciati colsimbolo della svastica, persino intagliato nel fiocco del grembiule dagli ariani selvaggi. Che costringono con la forza, un giovane ebreo di 6 anni, a inginocchiarsi davanti alla porta di una capanna in legno, a strisciare al suolo e infine sotto la furiadi colpi inferti con estrema ferocia dover urlare 'Heil Hitler!'

Questi aneddoti non possono certamente rendere l’idea dei tormenti ai quali i giovani ebrei erano sottoposti dai loro coetanei, non meno crudeli delle vessazioni inflitte dai professori ascuola; quindi la chiusura delle scuole, per loro, è stata una vera benedizione.

DA “ LE NON PERSONE “ , Roberto Olla

DA MARCHERIA

“ ….avevo 9 anni a Trieste nel1938…non mi ero accorta delle Leggi razziali; era un mio diritto di bambina. Entravo e uscivo dai giochi e dalle scuole, le elementari e poi le medie. Andavamo .. a fare la ginnastica, eravamo tutti sistemati nelle varie classi. Ma un bel giorno … eranoarrivate le nuove leggi. Non tutto fu come prima, il razzismo che non c’era bisognava inventarlo e fu inventato in fretta. Avevo un’amica, ci vedevamo tutti i giorni, scendevamo nel cortile e giocavamo in piazza. I suoi genitori gestivano il bar Rex, in piazza della Borsa a Trieste; un giorno scesi per incontrarla ma sulla vetrata dell’ingresso al bar c’era un cartello “ qui non entrano cani ed ebrei “. Quel cartello valeva anche per me? Ero ebrea, ma non ci pensavo mai. La telefonata che la miaamica mi faceva ogni giorno per andare a giocare, non arrivò mai più. Sì, il cartello valeva anche per me. “

Piero Terracina

“ …gli ebrei hanno sempre voluto mantenere tradizioni e cultura. Sono una minoranza, ma non si sono mai lasciati assorbire dallamaggioranza. Questo ha creato un contrasto, un odio antico e profondo; le persecuzioni. Sì, dovevano sparire dalla terra. Nel 1938 escono le leggi razziali. La scuola aveva progettato di risolvere il problema formando classi di soli ebrei. Ne avevamo parlato in famiglia. L’istituto era vicino a casa, comodo e sicuro. Il primo ottobre inizio a frequentare la quinta elementare. Ero stato educato all’amore per lo studio, per la scuola. Mia madre non tralasciava occasione per ricordarci che per riuscire nella vita, bisognava riuscire nella scuola. A volte penso che mio padre mi mandò in quella scuola per farmi toccare con mano le avversità a cui eravamo costretti. Il 15 novembreentro regolarmente in classe, mi dirigo verso il mio banco; così come facevoda un mese e mezzo. I compagni si fermano in silenzio ad osservarmi, l’insegnante mi blocca e dice -- “ esci che tu non puoi stare qui –“. Chi ero diventato per essere trattato in quel modo? Cosa avevo fatto per meritare quella punizione? Perché dovevoprovare una simile vergogna che mi faceva bruciare le guance e arrossare gli occhi? Esci che tu non puoi stare qui, esci che tu non puoi stare qui, esci che tu non puoi stare qui,quella frase senza un perché continuava a rimbombarmi tra i pensieri. La scuola ebraica era stata organizzata in poche settimane. Nessun problema a metter su un corpo docente, con tutti gli insegnanti ebrei cacciati dalle scuole del regno. Il giovane preside il prof. Cimino, che non era ebreo, entrava nelle classi e ci incitava astudiare, anche più degli altri, per dimostrare di non essere inferiori a nessuno. CIVILTA’ E’ NON DOVER MAI DARE DI QUESTE DIMOSTRAZIONI.

Pupa Garribba

“… una circolare del ministro Bottai aveva precisato l’interpretazione delle leggi razziali.L’importante era che gli ebrei non frequentassero la scuola italiana. Non ci si poneva il problema se studiassero o no…. Fatti loro! Volevano studiare, bene…ma dovevano arrangiarsi e con i loro mezzi; da soli e non in pubblico. Restava il problema degli esami, per quell’evento la circolare era molto precisa. Agli scritti gli ebrei dovevano sedersi in fondo all’aula e sotto particolare osservazione. Due file di banchi vuoti per separarli dagli italiani, per evitare il contatto, anche verbale. Agli orali, dovevano essere interrogati per ultimi, l’aula doveva essere completamente vuota. La verità è che l’ebreo doveva risultare un essere inferiore, sangue degenerato. Noi, invece, cercavamo di essere studenti brillanti perché era il nostro orgoglio a farci studiare come pazzi. La pagella ci veniva consegnata in privato e la cosa non si veniva a sapere, restava tra noi e gli insegnanti. La pagella serve oggi a ricostruire l’accaduto, voti eccezionali in tutte le materie e due scritte aggiunte in bella grafia “ PRIVATISTA … RAZZA EBRAICA “. Da bambina di seconda elementare ero già marchiata. Io ero bionda, con gli occhi chiari; ma era un fatto di sangue e il mio era ebreo. Nel 1993 ho chiesto l’atto integrale di nascita, sopra c’è sempre il timbro del 1939 con quella qualifica di ebreo, eravamo tutti registrati, inquadrati e sotto controllo. Non c’era bisogno della stella gialla. Per individuare un ebreo bastava guardare il vuoto che gli altri italiani avevano fatto attorno a lui. Perso il lavoro, via gli amici, fuori dalle scuole, interdetti dalle biblioteche, niente radio, proprietà, circoli sportivi, gite al mare. Tutto ciò che era ebreo, prodotto da un ebreo, scritto da un ebreo venne cancellato “.

Elie Wiesel, “ La notte “

“ La stella gialla? Ebbene, non se ne muore. Che sarà mai? “, così diceva mio padre. ( Povero papà di cosa sei morto allora? ). … non avevamo più il diritto di entrare nei ristoranti, nei caffè, di viaggiare in treno; di recarci alla sinagoga, di uscire per le strade dopo le 18. Poi fu il ghetto….

Piera Sonnino“ Questo è stato: una famiglia italiana nei lager “

“ .. dal 1938 in poi, noi vivemmo un tempo senza futuro, un oscuro presente, confuso e indistinto. L’incubo che ci inghiottì per 5 anni… con le leggi razziali un fulmine si è abbattuto sulla nostra casa. Paolo, Roberto e Maria Luisa furono tutti licenziati. A ottobre Giorgio, Bice e io fummo costretti a lasciare la scuola statale per iscriverci a quella ebraica; avevo 16 anni… Noi eravamo una famiglia di agnelli, di buoni, pronta a subire qualsiasi torto anziché macchiarsi di uno solo, desiderosa di fare il meno chiasso possibile e di occupare il minor spazio possibile su questa terra. Di 24 ore in 24 il nostro margine di libertà e di vita veniva progressivamente ridotto. L’intera Europa sarebbe stata una tomba per gli ebrei, dovunque si trovassero. Nel ’38 venivano pubblicate le disposizioni relative alla nostra declassazione al rango di subumani…ognuno di noi valeva una taglia di duemila lire. I poliziotti dicevano “…Ebrei .. veramente ebrei, hanno inchiodato nostro Signore Gesù Cristo, gli ebrei “

Ricordo quando mia sorella Bice mi chiese “ ma secondo te noi avevamo dei sentimenti? Ma quali sentimenti vuoi che provassimo, loro volevano che non fossimo più delle persone. E quando Bice morì per un attimo pensai: dopo mangerò la pelle delle sue patate. ….. comunque, amici, amiche, fratelli… operiamo tutti insieme perché a nessuna famiglia della terra tocchi più la mia lunga notte di Auschwitz, la lunga notte del martirio del mio popolo e di tutti i popoli europei. “